martedì 16 settembre 2014

Back to Karma!

Mi spiace aver abbandonato il blog per tanto tempo, in questi ultimi mesi di piccole grandi cose ne sono successe parecchie all'aliena e mi sarebbe piaciuto registrarle qui puntualmente, maledetta pigrizia! 
Dopo un anno di montagne russe al nido (inserimento difficilissimo, pianti strazianti, dade sull'orlo di una crisi di nervi, e poi invece tutto a un tratto entusiasmo incontenibile, della serie : "come destabilizzare il fragile equilibrio psichico di una mamma"), da domani ci aspetta l'avventura di quasi tutti i 3enni: la materna!
La povera aliena sta subendo una preparazione psicologica (ovvero un lavaggio del cervello pesantissimo) dalla sua nevrotica madre che spera ardentemente in una compensazione karmica: visto che l'inserimento l'anno scorso ci ha prostrato e messo in discussione ogni singola scelta genitoriale compiuta, la suddetta madre pretende ora dall'universo un inserimento soft, una bimba felice che le faccia ciao ciao con la manina e le dica "mamma, vai pure, ci vediamo dopo" con il sorriso stampato sulla faccia. 
Dite che se da qui a domani mattina mi stampo nel cervello questa visualizzazione mandandola in loop riesco a farla avverare? 

martedì 17 dicembre 2013

Il bambino è competente - e la mamma?

Ho finito di leggere l'interessante libro di Jasper Juul e, data la mia naturale inclinazione all'autoflagellazione, non posso fare a meno di chiedermi se la mamma sia competente quanto il bambino. L'intento dell'autore non è certo quello di addossare colpe ai genitori, per quello ci pensano già abbastanza i diretti interessati, ma di dare indicazioni sull'educazione dei bimbi nel pieno rispetto della loro integrità. Questo è un concetto che viene ribadito più volte e che può in apparenza sembrare scontato, ma che in realtà non lo è affatto. Perché più e più volte come genitori tendiamo a non rispettare i nostri figli come persone, ad abusare del nostro potere, a denigrarli o blandirli come fossero esseri inferiori. E quel che è peggio giustifichiamo queste pratiche ritenendole necessarie per la loro educazione e il loro "bene" (sottintendendo "noi sappiamo cosa è meglio per te, i tuoi sentimenti non contano").
Sono tanti i passaggi che mi hanno colpito, prima di tutto la tesi di fondo, ovvero che il bambino sia sempre competente nel senso di collaborativo, idea che a prima vista mi è sembrata piuttosto balzana, avendo io una piccola ribelle bastian contrario per figlia. Ma la collaborazione del bambino può assumere diverse forme, anche non facilmente individuabili.
I figli smettono di collaborare perché l'hanno fatto troppo e per troppo tempo, oppure perché la loro integrità è stata ferita. Mai perché non sono collaborativi.
L'autore fa tanti esempi nel corso del libro (cosa che io apprezzo sempre molto) e uno dei primi va subito a toccare un nervo scoperto: la bimba che piange quando viene lasciata al nido dalla madre. Secondo Juul è la madre ad essere ansiosa e triste e la piccolina avverte questi sentimenti e li copia, sta collaborando con la madre comunicandole un messaggio del genere: "c'è qualcosa che non va, che non è chiaro. Ti faccio sapere che ho capito, e penso che ti assumerai la responsabilità di risolvere il problema, in modo che poi potremo entrambe stare meglio". Ma la madre considererebbe collaborazione solo il commiato senza lacrime e non riesce a interpretare la reazione della figlia come collaborativa. I genitori hanno confuso la "collaborazione" con il "comportarsi bene". Hanno preferito porre l'attenzione sull'obbedienza piuttosto che instaurare una relazione basata su uguale dignità.
Un altro argomento che mi ha toccato molto è quello dell'autostima del bambino legata al suo bisogno di essere visto. Per esempio la bimba che fa lo scivolo e grida: "guardami, mamma!" si sentirà probabilmente rispondere: "sei andata benissimo, brava!", che, pur essendo una risposta amorevole, collega la bimba al risultato ottenuto dandole la sensazione che sua madre non stia realmente comunicando con lei. La bambina sta vivendo un'esperienza e quando dice: "guardami!" chiede solo che le vengano confermate la sua esistenza e la sua esperienza. Altri genitori esprimono il loro amore concentrandosi su se stessi: "fai attenzione a non cadere e a non farti male". Quest'ansia incessante frena lo sviluppo dell'autostima del bambino, perché il messaggio che lui riceve è: "non mi aspetto che tu ce la faccia"; sposta l'attenzione del bambino dalla propria esperienza e la trasferisce ai sentimenti della madre. Se la madre è spesso preoccupata, il figlio si metterà certamente a collaborare, diventando schivo e ansioso a sua volta (collaborazione diretta) oppure maldestro, facile agli incidenti, per portarsi al livello delle aspettative negative della madre (collaborazione inversa).
Da persona e madre ansiosa non posso che mettermi in allarme leggendo tutto ciò... :(
Ci sarebbero tantissimi passaggi e concetti che vorrei ricopiare, il libro fisico è stato sottolineato a dovere (anche dall'aliena stessa che ci ha pastrocchiato sopra!), ma mi limiterò a qualche "perla di saggezza" comprensibile anche senza spiegazioni, consigliando a chiunque abbia avuto la pazienza di leggere il post di recuperare il libro, davvero denso di spunti di riflessione!

Quando penso a quanto ci danno i figli, penso soprattutto alle sfide esistenziali che ci costringono ad affrontare, per il solo fatto che essi sono ciò che sono. Ci inducono a riflettere sui nostri comportamenti distruttivi, ci portano al limite della sofferenza e ci fanno dubitare delle nostre capacità di genitori; smascherano i nostri rozzi tentativi pedagogici di manipolazione e insistono sulla nostra presenza personale; ci offendono rifiutando il nostro consiglio e la nostra guida; affermano orgogliosamente il loro diritto di essere differenti; si comportano in modo distruttivo, costringendoci ad ammettere di avere sbagliato. In breve, la loro competenza ci impressiona al punto che dobbiamo riconoscerla, o mentire a noi stessi.

Noi possiamo usare il nostro potere economico, fisico o sociale sia per dare che per negare ai figli ciò di cui hanno necessità, ma quando lo usiamo per decretare che le loro reazioni o i loro sentimenti sono "sbagliati", commettiamo un abuso.

L'impulso struggente di proteggere e amare la propria creatura, e il desiderio di procurarle un avvenire felice, sono come l'alba della nostra vita. [...] Ma quest'impulso è reciproco. I figli lo vivono in relazione a noi. [...] I figli ci permettono di sentirci un valore in virtù della loro esistenza. E a sua volta questo permette a loro di sentirsi un valore per noi. Tutto questo è possibile solo se impariamo a contenere il nostro egoismo e a riconoscere la competenza personale dei figli come un dono - un dono che loro non sanno di offrire fino a quando non lo accettiamo. Se non riusciremo a impararlo, cresceranno nella convinzione di non avere altro valore di quello espresso dai voti scolastici o dal successo sociale. Questo non solo è doloroso per loro e stigmatizzante per noi, ma non li aiuta a diventare membri produttivi della società. 

giovedì 28 novembre 2013

Frustrazione tecnologica

Ho appena scoperto che cancellare le foto apparse in copia dal blog su google+ significa cancellarle anche dal blog stesso... È inutile, io e la tecnologia non riusciamo a venire a patti... :( Non so se sarò in grado di recuperare e ricaricare le foto perse, e intanto ripenso a domenica scorsa quando con 38 di febbre e il rumore della pioggia battente nelle orecchie ho scritto pagine e pagine di diario come ero solita fare nell'era pre-internet. Forse dovrei ritornare a quella dimensione essenziale, non c'è niente di più minimalista di un foglio bianco e una penna...

lunedì 28 ottobre 2013

Pecorella aliena

Abbiamo ripreso il nido con difficoltà, l'aliena fa ostruzionismo soprattutto nei confronti del cibo, temo sia il suo modo per dirmi che teme di essere abbandonata, che vuole sentirsi ancora un po' piccola, che vuole avere potere decisionale almeno su qualcosa, che questo andare qualche volta al nido e qualche volta no la fa sentire sballottata e le crea ansia... Non so, tiro un po' a indovinare visto che la nostra comunicazione va a singhiozzo. 
Dopo avere passato la fase dell' "ahia" ora la sua parola ricorrente è "paua" che viene associata a cose e persone più disparate. Non è facile avere 2 anni e capire e sentire tante più cose di quelle che si riescono ad esprimere... E questa smania di renderla "brava" come gli altri bimbi inquieta la mia parte anticonformista, quella refrattaria alle regole, che mi ha aiutato a pensare fuori dal gregge e che vorrei trasmetterle, magari non in maniera preponderante, perché alla parte anarchica va associata anche una parte più conciliante e meno furiosa se non si vuole vivere da eremiti. E spero tanto che questi metaforici calcetti sul sedere per spingerla a restare all'asilo, a mangiare, ad essere come gli altri la vogliono, non la rendano più dura oppure più accondiscente ma meno se stessa, perché anche a 2 anni c'è un sé e non ricordavo fosse così preciso...

giovedì 24 ottobre 2013

Di malanni stagionali, dade moleste e shopping compulsivo

Io e l'aliena ci stiamo rimpallando il raffreddore e tosse come in una partita di ping pong. La prima notte in cui lei ha una tosse moderata e non funesta&vomitosa, il mio naso si chiude con muco stile cemento armato e la passo di nuovo in bianco. Il raffreddore mi porta mal di testa, nausea e un'isteria rabbiosa che sfogo sulla povera aliena, rea di comportarsi come una duenne che non obbedisce. Dopo gli urli mi sento una mamma orribile, mi dico che posso anche smetterla di spendere soldi in bei libri sulla puericultura se tanto poi mi riduco a questo abbruttimento, e così mi deprimo e innervosisco ancora di più... Al B&B clandestino dei nonni si aggirano simpatici ospiti ai quali non riusciamo a rispondere con altrettanta simpatia e verve vista l'annichilente mancanza di sonno. Considerando la condizione zombesca in cui versano mamma e figlia (+ AlienDad con il solito mal di schiena cronico, una famiglia di derelitti!) il nido è stato momentaneamente sospeso. Durante la comunicazione alle dade mi è stato detto che l'aliena è tanto simpatica e gioca volentieri con gli altri bimbi ma rifiuta di sedersi a tavola, mangiare o fare qualunque altra cosa le venga chiesta guardando con compatimento gli altri bimbi "bravi", e che dovrei smettere di darle la tetta di giorno riservandola a mattina e sera. Non ho ben capito se per le dade quest'indole anarchica sia correlata alla tetta, loro la vedono come un impedimento al loro lavoro, ma per noi è sempre stata la panacea di tutti i mali (eh no, checché ne dicano loro, io continuo a fare di testa mia, as usual).
Per distrarmi dai cattivi pensieri (che possono riassumersi in : "la mia vita è ancora in stallo, ho bisogno di cambiare, ma ho anche tanta paura del possibile cambiamento"), mi iscrivo a siti di shopping quali kiabi (fatto già un ordine per l'aliena, se compro per lei non infrango il voto del no shopping per me, ehm...), e AmazonBuyVip di cui consulto religiosamente ogni mattina le nuove offerte (per poi non comprare nulla, almeno finora...). Devo dire che questa nuova mania unita al voto declutteroso dell'eliminare e non comprare è una perversione al limite della schizofrenia, e quindi mi si addice molto! -_-'

venerdì 18 ottobre 2013

Nuovi ritmi

Queste prime giornate al nido hanno segnato un cambiamento di rotta nella nostra quotidianità regalandomi un paio d'ore di libertà colpevole durante le quali mi aggiro fra negozi e angoli poco  conosciuti del centro città facendomi domande esistenziali: "che ci faccio qui da SOLA? / Dovrei già mettermi a cercare lavoro prima della fine dell'inserimento? / Starà piangendo ora? / Perché Tezenis non fa più quel modello di reggiseno col finto ferretto con cui mi trovavo così bene?". 
Resistere allo shopping è stato difficile, per fortuna non siamo in tempo di saldi, e ho ceduto solo ad acquisti per l'aliena e a un regalo, mi mantengo sulla linea del no-shopping anche se non so quanto durerà, leggere post come questo però aiuta, dovrei stamparlo e appenderlo in casa!

L'aliena pian piano sta facendo progressi e considerando il nostro rapporto simbiotico devo dire che è anche troppo brava, ha smesso di piangere quando la porto alla mattina e vederla fare ciao ciao con la manina quando me ne vado mi commuove più di quando la lasciavo urlante e in lacrime. Ma il tempo di permanenza è breve (neanche 2 ore) e non abbiamo affrontato la prova del nove del pranzo; per ora al momento della merenda rifiuta di sedersi con gli altri bambini e davanti alla frutta chiude gli occhi e gira la testa sdegnata, ancora non è scattata l'emulazione nei confronti dei bimbi disciplinati, resta la solita anarchica! Per fortuna è un animaletto sociale per cui si diverte a importunare i suoi compagni facendo loro lunghi monologhi in lingua marziana...
E intanto ho avuto la triste conferma che andando al nido i bambini sono sempre malati. Mi illudevo che l'aliena avesse un sistema immunitario più forte e invece dopo un raffreddore tostissimo con tosse vomitosa annessa, che stiamo ancora faticosamente smaltendo, ecco arrivare la febbre stasera! Di questo passo l'inserimento lo finiremo a Natale, uff!

giovedì 3 ottobre 2013

Si comincia!

Primo giorno di inserimento andato meglio del previsto, l'aliena si è fiondata su giochi e bimbi alla velocità della luce (evidentemente la mamma è di una noia mortale... -_-) e mi ha considerato poco e niente per l'intera ora, mentre gli altri bimbi continuavano a portarmi in "dono" vari giochi e libri e a reclamare la mia attenzione, che teneri... Premio "stretta al cuore" va a una bimba che vedendo me ha ripensato alla sua mamma e si è intristita fino alle lacrime, mi sono dovuta trattenere per non piangere insieme a lei... :( Le dade comunque sono state molto dolci nel coccolarla e mi hanno assicurato che in caso di pianto inconsolabile chiamano sempre i genitori, non li lasciano piangere assolutamente (come invece si vocifera facciano nel nido in cui avrei dovuto mandarla e dalla quale sono "scappata" dopo averne sentito parlare male...).
La prima impressione sul "campo" è dunque positiva, speriamo che l'aliena prosegua così anche quando non ci sarò più io a portata di tetta/abbraccio!