sabato 25 agosto 2012

September Morn

Quest'agosto torrido, senza la possibilità di una passeggiata, di un bagno al mare, di una gitarella fra i boschi, si è allungato all'inverosimile, mi ha schiacciato contro le pareti di casa alle quali ormai mi sono fusa, mi ha buttato a terra senza fiato, piena di cattivi pensieri, di nostalgia, di bisogni che non posso soddisfare. La testa gira e rigira a vuoto, in loop, e per fortuna a tenermi ancorata alla sanità mentale ci sono i sorrisi sghembi di una bimba buffa e buoni libri per quando lei dorme.
Sogno tanto, come sempre, e i miei sogni mi ricordano in maniera spietata che ciò che ho accettato razionalmente è ben lungi dall'essere stato accolto nel mio cuore.
Ma sta arrivando settembre, e forse le piogge porteranno nuovi sogni, maggiore accettazione, e uno sguardo meno offuscato dalla frustrazione e dal rimpianto.

sabato 11 agosto 2012

Baby Zombie

Pare (dicono i siti americani scovati googolando, ma lo dice pure mia zia - vecchio e nuovo si incontrano) che i morsi a quest'età siano segno di affetto.
Senti figlia mia, ma non è che ci si può concentrare intensamente sullo sviluppo verbale per dire a mamma tua: "ti voglio bene"? Non è il mio ego, ma la mia carne livida e ferita che ti implora...

martedì 7 agosto 2012

Mamma Fantaghirò

È la settimana mondiale dell'allattamento e siccome non se ne parla mai abbastanza voglio citare una mamma un po' diversa dal solito: Alessandra Martines. Prima di tutto brava perché 49enne incinta di 5 mesi del moroso 29enne se ne frega delle solite malelingue (come giustamente osserva lei, prima stava con Lelouch che ha 26 anni di più e nessuno aveva da ridire), e poi ancora brava perché di donne dello spettacolo che praticano e pubblicizzano l'allattamento ce ne sono poche.

Ecco cosa dice in un'intervista a Vanity Fair : "Con Stella l'ho fatto fino ai suoi 3 anni, ero anche socia della Leche League. In Europa c'è molta disinformazione sull'argomento. Tanto per cominciare, per il bambino non c'è solo il vantaggio nutrizionale, o dello sviluppo più veloce del gusto - perché la natura nelle varie fasi di crescita cambia il sapore del latte materno -, o della migliore protezione immunitaria : è statisticamente provato che chi viene allattato ha meno probabilità di diventare dislessico o fumatore, e invece ha più probabilità di diventare poliglotta perché l'esercizio svolto nei primi mesi dalla mascella stimola lo sviluppo cerebrale. Poi ci sono i vantaggi per la mamma. Pochi sanno quanto fanno male le pillole che bloccano il latte. C'è chi pensa, a sproposito, che l'allattamento rovini il seno. Invece fa perdere più in fretta il peso accumulato in gravidanza, e favorisce le contrazioni dell'utero che lo fanno tornare alla sua forma originaria. Lo sa che allattando si può anche avere un orgasmo? Poche ne parlano, perché temono che ci sia qualcosa di morboso, invece è solo un naturale riflesso fisiologico. Comunque, la cosa più importante è che una donna faccia quello che si sente. Anche allattare a ogni costo può essere controproducente: io, che ho preso il latte da una madre stressata dall'iperlavoro, avevo sempre mal di pancia. A Stella infatti ho regalato tutto il tempo che voleva: ho aspettato che si staccasse da sola".

Ho apprezzato l'entusiasmo con cui ne parlava (anche se sull'orgasmo rimango un po' dubbiosa, c'è chi dice di averlo provato anche durante il parto, sarò forse l'unica sfigata che si contorceva di dolore e non di piacere??) e l'avere comunque puntualizzato l'importanza di una scelta consapevole e in linea con le esigenze e indole della madre. Anch'io, pur essendo pro-tetta, credo sia meglio il biberon dato con amore che il seno controvoglia.

domenica 5 agosto 2012

Non vi lascerò orfani

Ok ho già detto che mi piace la Bignardi, be' lo ribadisco. Ho appena finito "Non vi lascerò orfani", memoir familiare che si concentra in particolare sulla madre, la cui morte dà lo spunto per la narrazione. È scritto con quel suo tipico tono amichevole ma mai sciatto, e mi ha divertito e commosso. Non è certo uno di quei libri imprescindibili, ma mi ci sono ritrovata, ha saputo esprimere nitidamente certi sentimenti che nel mio caso erano confusi...

Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c'è più: è la vita, con tutti i suoi ricordi.
E amore. Tutto l’amore che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato.
Per quello soffriamo tanto quando ci muoiono i genitori: sappiamo bene che nessuno ci amerà mai più così. 
Ci piangiamo addosso, meschini. Se muoiono di malattia è un’agonia. Se muoiono improvvisamente una sciabolata nel cuore.
Ti manca un pezzo e non ci puoi credere che potrai vivere senza il loro sguardo addosso. Senza la possibilità di far felice qualcuno solo perché hai telefonato, hai sorriso, ti sei ricordato, hai fatto un gesto piccolo che non ti è costato niente, solo perché sei contenta. Solo perché esisti.
Capisci che l’unica cosa che conta nella vita è l’amore che puoi dare a chi te lo chiede, che siano i figli, i nonni o la prima persona che incontri per strada. Che essere gentili e pazienti conviene, perché quello che non abbiamo dato pesa più di qualunque cosa possiamo aver perso: tempo, divertimento, riposo.
Ti illudi che ora che l’hai capito passerai il resto della vita ad amare gli altri.
Forse lo farai. Forse no.



...perdere un genitore a quarant'anni fa più male che a venti.
A venti è uno strazio, ma sei in corsa e corri. A quaranta è un dolore che non passa più.
Non potrai più decidere se andarlo a trovare o no.
Non potrai più fargli un regalo, spedirgli una cartolina , fargli una sorpresa telefonando a un'ora insolita. 
Non potrai più far felice nessuno con così poco.
Con nessuno ti sentirai più te stesso come con lui.


Anche ora che provo a raccontarla devo difendermi da lei, stavolta dalla sua assenza.
Non posso pensarla a lungo. Mi manca. Devo costruire una distanza di parole che tengano a bada le emozioni.
Se mi distraggo, se non sto attenta, la sua mancanza mi investe come un'ondata di caldo o una musica improvvisa.  Sovvrapensiero spruzzo un profumo che mi ha regalato [...] e improvvisamente lei è lì. [...] È lì che mi sovrasta, mi avvolge, mi toglie il fiato, mi riempie.